A nome
della comunità di Cimano e mio personale, porgo a tutti un cordiale
saluto ed un sincero ringraziamento per la presenza a questa, semplice
ma, sentita cerimonia.
Come ogni anno ci ritroviamo davanti a questo monumento,
nel ricordo della storica data del 4 novembre, per commemorare le vittime
di tutte le guerre e promuovere una cultura di pace e tolleranza.
I recenti avvenimenti in Iraq dove, organizzazioni come ONU e Croce Rossa
non sono state risparmiate dal terrorismo, potrebbero indurci a rinunciare
all’ideale della pacifica convivenza tra i popoli. Non è
così, un’alternativa alla barbarie è sempre possibile.
Per esempio nella nostra Europa, dopo secoli di contrapposizioni tra le
popolazioni, falliti tentativi di unificazione forzata, e due guerre mondiali
che hanno provocato immani miserie e distruzioni, alcuni illuminati statisti
hanno capito che la violenza delle armi non può unire i popoli,
al massimo li può sottomettere.
Appurato che i conflitti scaturiscono dalla necessità di controllare
materie prime o territori, questi statisti hanno compreso che è
più impegnativo, ma molto più conveniente, “condividere”
piuttosto che “conquistare”. Nasce così negli anni
’50 la comunità economica del Carbone e dell’Acciaio
(CECA) che poi, introducendo la libera circolazione delle merci, la libera
circolazione delle persone e una moneta unica, alla fine degli anni ‘90
è diventata Unione Europea.
Però questo non è ancora sufficiente per convivere nella
pace. I popoli dell’Unione non possono ignorare i problemi del resto
del mondo. Infatti due terzi della popolazione mondiale non dispone sufficienti
mezzi di sostentamento, non ha servizi sanitari e in molti paesi non sono
ancora garantiti i diritti fondamentali della persona.
In Europa pace e prosperità sono garantite dalla condivisione e
dalla cooperazione. Anche la pace mondiale, per ora utopico auspicio,
potrà essere raggiunta solo attraverso una gestione delle risorse,
forme di sviluppo e mercati equi e sostenibili.
Perciò eliminare, o quantomeno ridurre, discriminazioni e sfruttamento
aiuterà a ridimensionare quelle aree del disagio e della disperazione
dove le organizzazioni terroristiche e criminali trovano manovalanza e
consenso.
Consapevoli che solo la cooperazione e la solidarietà potranno
garantire prosperità e stabilità socio-politica, vogliamo
affidare ai giovani italiani ed europei il compito di esportare, a livello
mondiale, il modello di sviluppo concepito dai padri dell’Europa
alla fine della seconda guerra mondiale.
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