2 novembre 2003

Commemorazione della giornata del 4 novembre

presso il monumento ai caduti di Cimano

 


A nome della comunità di Cimano e mio personale, porgo a tutti un cordiale saluto ed un sincero ringraziamento per la presenza a questa, semplice ma, sentita cerimonia.

Come ogni anno ci ritroviamo davanti a questo monumento, nel ricordo della storica data del 4 novembre, per commemorare le vittime di tutte le guerre e promuovere una cultura di pace e tolleranza.


I recenti avvenimenti in Iraq dove, organizzazioni come ONU e Croce Rossa non sono state risparmiate dal terrorismo, potrebbero indurci a rinunciare all’ideale della pacifica convivenza tra i popoli. Non è così, un’alternativa alla barbarie è sempre possibile.


Per esempio nella nostra Europa, dopo secoli di contrapposizioni tra le popolazioni, falliti tentativi di unificazione forzata, e due guerre mondiali che hanno provocato immani miserie e distruzioni, alcuni illuminati statisti hanno capito che la violenza delle armi non può unire i popoli, al massimo li può sottomettere.
Appurato che i conflitti scaturiscono dalla necessità di controllare materie prime o territori, questi statisti hanno compreso che è più impegnativo, ma molto più conveniente, “condividere” piuttosto che “conquistare”. Nasce così negli anni ’50 la comunità economica del Carbone e dell’Acciaio (CECA) che poi, introducendo la libera circolazione delle merci, la libera circolazione delle persone e una moneta unica, alla fine degli anni ‘90 è diventata Unione Europea.


Però questo non è ancora sufficiente per convivere nella pace. I popoli dell’Unione non possono ignorare i problemi del resto del mondo. Infatti due terzi della popolazione mondiale non dispone sufficienti mezzi di sostentamento, non ha servizi sanitari e in molti paesi non sono ancora garantiti i diritti fondamentali della persona.


In Europa pace e prosperità sono garantite dalla condivisione e dalla cooperazione. Anche la pace mondiale, per ora utopico auspicio, potrà essere raggiunta solo attraverso una gestione delle risorse, forme di sviluppo e mercati equi e sostenibili.


Perciò eliminare, o quantomeno ridurre, discriminazioni e sfruttamento aiuterà a ridimensionare quelle aree del disagio e della disperazione dove le organizzazioni terroristiche e criminali trovano manovalanza e consenso.


Consapevoli che solo la cooperazione e la solidarietà potranno garantire prosperità e stabilità socio-politica, vogliamo affidare ai giovani italiani ed europei il compito di esportare, a livello mondiale, il modello di sviluppo concepito dai padri dell’Europa alla fine della seconda guerra mondiale.

 

 

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Roberto Ceschia